Territorio

Santuario di Fonte Colombo: cosa vedere a Rieti

Pablox96, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Insieme al santuario di Greccio a Rieti, al santuario della Foresta a Castelfranco e al convento di San Giacomo a Poggio Bustone, il santuario di Fonte Colombo rappresenta uno dei luoghi storici che legano la vita di San Francesco d’Assisi alla Valle Santa reatina.

Immerso in un bosco di lecci secolari, sulla costa del Monte Rainiero, la suggestività del santuario si avverte fin da subito. Un luogo molto amato dal poverello d’Assisi e da lui stesso ribattezzato Fons columbarum: salendo sul monte, ai suoi piedi vide una fonte di acqua cristallina, tuttora esistente, a cui si abbeveravano delle piccole colombe.

La tradizione narra che San Francesco adibì il santuario di Fonte Colombo a luogo di preghiera e riflessione. Qui Francesco, nel 1223 ricevette da Dio la Regola definitiva del suo Ordine, di cui quest’anno si celebrerà il centenario. Il Santo vi fece poi ritorno nel 1225, un anno prima della morte, per ricevere cure mediche e guarire dalla malattia agli occhi che lo aveva colpito in Terra Santa.

Andiamo a scoprire più da vicino i territori della Valle Santa che testimoniano il passaggio di San Francesco d’Assisi.

Fonte colombo, il Sinai francescano

Fonte Colombo è noto ai fedeli anche come il Sinai francescano, poiché è lì che San Francesco ricevette da nostro Signore la Regola definitiva dei Frati Minori, proprio come Mosè ottenne sul Sinai le Tavole della Legge: “quasi come un altro Mosè tornò di nuovo a scrivere con le stesse parole la Regola, concepita e vergata dal dito del Dio vivo” (FF 2180)

Il complesso conventuale del Santuario parte dalla Chiesa, consacrata nel 1450 e dedicata a san Francesco e a san Bernardino da Siena, che ospita una scultura lignea del XVII secolo raffigurante il fraticello in meditazione ai piedi del Crocifisso.

Scendendo si trova il romitorio abitato da Francesco e dai suoi compagni, dove il Santo subì l’operazione agli occhi. Avanzando di qualche passo, ci si imbatte nella cappella della Beata Vergine Maria, detta anche della Maddalena, già esistente ai tempi del Santo e resa ancora più nota dal disegno in rosso del Tau, segno biblico di redenzione e salvezza ripreso da San Francesco come suo sigillo.

Una ripida scalinata porta infine al Sacro Speco, il luogo più sacro dell’eremo, dove, secondo il Libro delle Cronache dell’Ordine al poverello d’Assisi si presentò Cristo Gesù, e ispirato solo da Lui scrisse le parole rivelategli dal cielo che diverranno la Regola Bollata dei Frati Minori. A ricordare questo suo passaggio, si trova una semplice croce in legno tra le rocce.

Novembre17, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

La stesura della Regola dei Frati Minori nel 1223

Utilizzato inizialmente come punto di presidio dei benedettini dell’abbazia di Farfa, presso i quali Francesco trovò ospitalità, Fonte Colombo “è divenuto un nuovo Sinai, dove, sentendolo tutti, fu data la legge.”. È così che ne parla l’Anonimo Reatino, descrivendo il Monte Rainiero come un luogo in cui tutto è sacro, dagli edifici al bosco stesso, perché racchiude il Sacro Speco, la grotta naturale in cui Francesco scrisse la Regola definitiva del suo Ordine.

MonDoMD, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Dopo quaranta giorni di meditazione e digiuno, è proprio qui che San Francesco dettò a frate Leone, in presenza di frate Bonizio da Bologna, esperto in diritto canonico, la Regola scritta per i suoi Frati, la quale fu approvata con la Bolla Solet annueres il 29 novembre 1223 da papa Onorio III ed è ancora oggi fonte di ispirazione per tutti i frati minori.

Proprio quest’anno, quindi, si ricordano gli 800 anni della Regola bollata dell’Ordine, un inno all’umiltà e alla povertà.

La malattia di San Francesco e l’operazione in Valle Santa

L’ultimo soggiorno di San Francesco in Valle Santa risale al 1225, a un anno dalla sua morte.

Diventato quasi cieco a causa di una malattia contratta in Terra Santa, il fraticello d’Assisi si fece convincere a farsi operare a Fonte Colombo dove lo aspettava la cauterizzazione. Mentre i confratelli si allontanavano, impressionati dal ferro rovente, il Santo intavolò una conversazione con Fratello Foco, invocandone la cortesia e benevolenza. La tradizione narra che il fuoco lo risparmiò dal dolore giacchè il Santo non sentì nulla.

Esplora i territori della Valle Santa e lasciati ispirare dai luoghi che hanno segnato la vita di San Francesco e che ne conserveranno per sempre il ricordo. Le Clarisse in Valle Santa avranno piacere di accoglierti e di condividere un momento di preghiera, nello spirito della semplicità e dell’umiltà che hanno contraddistinto il Santo.

Puoi trovarci al Monastero delle Clarisse di Santa Chiara in Via S. Mauro, 02100 Rieti (RI).