La storia del Presepe ha origini antichissime: le prime rappresentazioni della Natività, risalenti al III-IV secolo, sono molto diverse da quelle che vediamo oggi nel periodo natalizio. Inizialmente, infatti, si trattava di semplici disegni stilizzati che nel corso dei secoli hanno trovato una propria espressione artistica.
Come qualcuno saprà, il primo presepe come lo conosciamo è nato nella Valle Santa di Rieti, e più precisamente a Greccio, grazie a San Francesco d’Assisi. In particolare, durante uno dei suoi numerosi soggiorni nella Valle Reatina, il fraticello fece allestire per la prima volta una rievocazione della nascita di Gesù Bambino.
A 800 anni da quella prima rappresentazione, il Presepio continua a occupare chiese, strade e case nel periodo in cui la presenza del Signore è più sentita ed è più viva che mai, ricordandoci il suo ruolo fondamentale nella storia cristiana e universale.
Le origini del Presepe: un viaggio che parte dalla Valle Santa Reatina
Dopo le prime espressioni simboliche raffiguranti Gesù Bambino con Maria, nel corso del Medioevo alcuni esempi della Natività si sono diffusi in Italia sotto forma di dipinti realizzati da grandi artisti quali Botticelli, Giotto, Piero della Francesca e il Correggio, oppure esposti sulle vetrate delle chiese per mostrare alla popolazione analfabeta le scene della vita di Gesù.
Tuttavia, la prima rappresentazione del Presepe moderno è legata alla volontà di San Francesco d’Assisi di rievocare la nascita di Gesù. Ispirato da un viaggio in Terra Santa dove visitò Betlemme, il Poverello d’Assisi chiese di allestire la rappresentazione della Natività. Così, in occasione del Natale 1223, nel piccolo borgo di Greccio fu realizzato il primo Presepe vivente della storia cristiana. La rievocazione comprendeva una mangiatoia con la paglia per il Bambinello, affiancata dal bue e dall’asinello.
Attraverso questo presepe, il fraticello volle mostrare a tutti le condizioni di umiltà e disagio in cui nacque il Bambino Gesù. Per questo, ancora oggi il borgo di Greccio, situato nella Valle Reatina, è noto come “Betlemme francescana”.
Da Rieti a Napoli: la diffusione del Presepe come tradizione universale
A partire da Greccio, la rappresentazione della Natività divenne una tradizione popolare che si diffuse nell’Italia centrale e in parte in quella settentrionale.
Nel XV secolo il presepe arrivò a Napoli, dove nel Settecento ebbe il suo periodo più florido. Proprio nella città campana, infatti, il presepe raggiunse livelli espressivi originali e ricercati, tanto da rendere Napoli ancora oggi un vero e proprio punto di riferimento nel mondo per la realizzazione dei presepi.
Dal XVIII secolo in poi, il presepe entrò rapidamente in tutte le case dei fedeli, sia dei
più benestanti sia delle famiglie umili, diventando uno dei simboli centrali del periodo natalizio.
Oggi, la raffigurazione della Natività con i pastori e altri personaggi avviene anche all’aperto, con l’esposizione del presepe nelle piazze di molte città. Ne è un esempio il Presepe Monumentale di Rieti, che rappresenta un elemento di grande orgoglio per la popolazione reatina. A curare l’opera allestita all’interno della splendida cornice degli Archi del Palazzo Papale è il maestro Francesco Artese, esponente dell’arte presepiale meridionale famoso in tutto il mondo. Per dare valore alla storia che lega il Presepe alla Valle di Rieti, nell’opera monumentale si possono trovare alcuni dettagli architettonici che ricordano Greccio, i Santuari francescani e la stessa Rieti. Le statue sono realizzate secondo la tecnica tradizionale, in terracotta, e gli abiti provengono da Napoli e sono curati dalle sorelle Balestrieri della Nicla Presepi.
Nelle settimane che precedono il Natale, siete invitati a visitare questa meravigliosa opera della città di Rieti e a ripercorrere i luoghi che furono tanto cari a San Francesco nella Valle Reatina.