Festività

Tempo di Quaresima: come prepararsi alla Pasqua

Le vicende umane e divine di Gesù, rievocate nella Settimana Santa, hanno ispirato nei secoli l’opera di numerosi scrittori, poeti, musicisti e artisti provenienti da tutto il mondo. Le prime rievocazioni e raffigurazioni sceniche della Passione di Cristo, infatti, affondano le loro radici fin dai primi secoli del Cristianesimo.

La tradizione popolare della Settimana Santa, diffusa in tutto il mondo cattolico, è anche ricca di canti e poemi, che cambiano da Paese a Paese e da Regione a Regione, mescolando gli elementi religiosi alle componenti locali tipiche dei singoli territori. In questo modo, la vita di nostro Signore viene adorata con un’intensità personale e diversa a seconda del luogo.

In Italia, per esempio, la Passione di Cristo è stata più volte rappresentata nell’ambito letterario, tramite opere in poesia e in prosa ispirate ai Vangeli, narrando tutte le vicende della vita di Gesù dall’ingresso a Gerusalemme fino alla morte in croce e alla resurrezione.

In queste settimane di Quaresima, i fedeli si stanno preparando alla celebrazione della Settimana Santa, partendo dall’Adorazione dell’Eucaristia nei primi giorni, fino al suo culmine nel giorno della Santa Domenica di Pasqua.

In attesa della domenica di Resurrezione, andiamo a scoprire più da vicino come prepararsi alla Santa Pasqua.

L’adorazione eucaristica e i primi tre giorni della Settimana Santa

“Offri la tua presenza al Signore e lui offrirà a te la sua. Stai davanti a lui, e lui starà in te.”

Lunedì, martedì e mercoledì della Settimana Santa di Pasqua sono tradizionalmente dedicati al Sacramento della Riconciliazione, mentre la liturgia riflette sull’unzione di Gesù a Betania, sul rinnegamento di Pietro e sul tradimento di Giuda.

Questi primi tre giorni sono così pervasi da un’intensa preghiera di adorazione dell’Eucaristia, mentre i fedeli si preparano alla liturgia del Giovedì Santo. Una tale adorazione del Santissimo Sacramento aiuta noi tutti a prendere maggiore consapevolezza “orante” della presenza di Gesù tra noi.

Eppure, in questi giorni santi la consapevolezza “intellettuale”, ossia del contenuto della fede, non si rivela sufficiente. All’“assenso dottrinale”, infatti, va affiancato quello che da secoli viene chiamato “assenso reale”, che corrisponde alla fiducia incontestabile riposta in nostro Signore.

Ed è proprio l’adorazione eucaristica, protagonista di questi primi tre giorni della Settimana Santa e tanto raccomandata da Papa Benedetto, che fa crescere in noi la certezza “reale” e personale della presenza invisibile eppure concreta del Signore Gesù, crocifisso e risorto, tra i suoi, nel Sacramento dell’Eucaristia.

Giovedì Santo, inizia il Triduo Pasquale

La mattina del Giovedì Santo si celebra un’unica Messa, chiamata Messa del Crisma, in ogni Diocesi. La messa è presieduta dal Vescovo, dai suoi sacerdoti e diaconi, che durante la celebrazione consacrano gli Oli santi, mentre i presbiteri rinnovano le promesse effettuate durante la loro ordinazione.

Nel pomeriggio del Giovedì Santo tutti i cristiani sono chiamati a partecipare più intensamente ai riti della Settimana Santa. Ha infatti inizio il solenne Triduo Pasquale della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.

Anche se tradizionalmente il Triduo Pasquale comprende il Venerdì Santo, il Sabato Santo e la Domenica di Resurrezione, anche il Giovedì Santo rientra nella sua celebrazione con la  Messa vespertina della Cena del Signore.

La Messa del Giovedì Santo, infatti, ricorda l’Ultima Cena di Gesù, l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale. Viene poi anche celebrata la lavanda dei piedi effettuata da nostro Signore nell’Ultima Cena.

Dopo la Messa vespertina, l’Eucarestia viene riposta nell’altare della reposizione per consentire ai fedeli  l’adorazione prolungata  e poi distribuita per la comunione sacramentale al termine della liturgia penitenziale del Venerdì santo. 

Il Triduo, che ha inizio il Giovedì Santo, costituisce il cuore delle celebrazioni pasquali e di tutta la vita ecclesiale e l’essenza di tutta la nostra fede cristiana. I tre giorni successivi presentano i vari aspetti dell’unico Mistero della salvezza: la morte, la sepoltura e la resurrezione di Cristo. I ministri indossano le vesti liturgiche di colore viola e si procede alla  spoliazione degli altari e alla velatura delle croci. Per tutta la notte, fino al Venerdì Santo, gli altari restano senza ornamenti, le croci velate e le campane silenti.

Venerdì Santo, la celebrazione della Passione di Cristo

Il Venerdì Santo celebra la Passione, che ha il suo culmine nella morte di Gesù. In questo giorno vediamo Cristo che dimostra fino in fondo il suo Amore, fino a caricarsi sulle spalle i nostri peccati.

La celebrazione della Passione del Signore da parte della Chiesa cattolica è suddivisa in tre parti:

  • la Liturgia della Parola, che prevede la lettura del canto del servo del Signore di Isaia (Is ,52,13-53,12) e della Passione secondo Giovanni (Gv 18,1-19,42)
  • l’adorazione della croce, in cui la croce velata del Giovedì Santo viene scoperta;
  • la Comunione con i doni presantificati, ossia le ostie consacrate il Giovedì Santo.

In molti luoghi del mondo, il Venerdì Santo è anche caratterizzato dal pio esercizio della Via Crucis nelle Chiese, per le strade e nei luoghi più rappresentativi delle città.

Inoltre, è tradizione e norma della Chiesa Cattolica praticare il digiuno durante il Venerdì Santo e astenersi dalle carni, come simbolo di partecipazione alla passione e alla morte di Gesù.

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La notte del Sabato Santo e l’importanza della Veglia Pasquale

Il Sabato Santo, che tradizionalmente è un giorno senza liturgia, celebra il Mistero della sepoltura di Gesù.  Proprio quel sepolcro, che prepara i fedeli al trionfo della vita al di là delle apparenze, rappresenta un modo per sottolineare nel cristianesimo l’importanza della fede e della speranza.

Ma la celebrazione più importante di tutte si svolge nella notte del Sabato Santo, con la solenne Veglia Pasquale che Sant’Agostino definiva la Madre di tutte le veglie. La Veglia Pasquale inizia con la Liturgia della Luce durante la quale si accende il Cero Pasquale che viene portato in chiesa con la processione. Si proclama in questo modo la Luce di Cristo. La processione termina con l’arrivo al presbiterio e la proclamazione dell’Annuncio Pasquale o Exultet.

Si passa poi alla Liturgia della Parola, che ripercorre con sette letture dell’Antico Testamento e due del Nuovo Testamento gli eventi principali della storia della salvezza. L’Epistola ai Romani proclama la vita nuova in Cristo risorto, e nel Vangelo di Marco ascoltiamo l’annuncio della Risurrezione. La Veglia prosegue con  la Liturgia battesimale: i fedeli rinnovano le promesse del proprio battesimo, e vengono battezzati i catecumeni che si sono preparati al sacramento.

Infine, con la  Liturgia Eucaristica la Chiesa viene invitata alla mensa che il Signore ha preparato per il suo popolo, memoriale della sua morte e risurrezione.

Domenica di Pasqua, la gioia della Resurrezione

Il giorno della Domenica di Pasqua rappresenta il culmine dell’evento pasquale: il trionfo di Cristo sulla morte, che conferisce al messaggio evangelico il suo carattere positivo di gioia e di vittoria. La Domenica di Pasqua è insieme l’ultimo giorno del Triduo, e il primo del tempo di Pasqua, un giorno speciale in cui riecheggia forte la gioia della Veglia Pasquale. L’importanza della Resurrezione è tale che la Chiesa celebra la pienezza di questo evento per la durata di otto giorni.

Il giorno dopo Pasqua, infatti, inizia quella che storicamente viene chiamata la settimana “In Albis”, che si conclude con la seconda Domenica di Pasqua, ossia la Domenica In Albis. Giovanni Paolo II ha voluto dedicare questa ricorrenza al ricordo della Divina Misericordia.