Festività

Il significato di Ognissanti, la festa che unisce cielo e terra

Celebrata ogni anno il 1° novembre, la festa di Ognissanti è il giorno in cui si onorano tutti i santi conosciuti e sconosciuti. Ogni anno, durante questa giornata si riflette sul legame tra la vita terrena e l’aldilà.

Ognissanti è una festa di speranza poiché riunisce “l’assemblea festosa dei nostri fratelli”, rappresentata dalla parte eletta del popolo di Dio. Durante questa ricorrenza siamo richiamati alla nostra vocazione vera, la santità. Un cammino che percorriamo tutti, non attraverso opere straordinarie, ma con il compimento fedele della grazia del Battesimo.

1° novembre: origini e storia della festa del cielo

Le radici di questa festa di speranza si possono trovare nel IV secolo, quando si inizia a celebrare la commemorazione dei martiri, comuni a diverse chiese. Le prime tracce di questa celebrazione sono state rinvenute ad Antiochia nella domenica successiva alla Pentecoste grazie alla sessantaquattresima omelia di San Giovanni Crisostomo.

Questa ricorrenza si comincia a diffondere anche in Europa tra l’VIII e il IX secolo, quando Papa Gregorio III (731-741) scelse la data del primo novembre come data dell’anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro alle reliquie “dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo”. Nell’835, con un decreto emesso da papa Gregorio IV, il 1° novembre divenne festa di precetto.

 

Nel giorno di tutti i Santi la Chiesa ci propone una lettura dai Discorsi di San Bernardo, che parla ai fedeli della festa, e di come questa non sia dedicata ai santi, ma alle persone. I santi non hanno bisogno degli onori e del culto, ma i fedeli trovano in loro conforto e desiderio di comunione.

“Il primo desiderio, che la memoria dei santi o suscita o stimola maggiormente in noi, è quello di godere della loro tanto dolce compagnia e di meritare di essere concittadini e familiari degli spiriti beati, di trovarci insieme all’assemblea dei patriarchi, alle schiere dei profeti, al senato degli apostoli, agli eserciti numerosi dei martiri, alla comunità dei confessori, ai cori delle vergini, di essere insomma riuniti e felici nella comunione di tutti i santi.”

(Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate, Disc. 2; Opera omnia, ed. Cisterc. 5 [1968] 364-368)

Il significato della solennità di tutti i Santi

Festeggiare Tutti i Santi significa quindi guardare a chi già possiede l’eredità della gloria eterna. È una giornata dedicata al culto di coloro che la Chiesa ci propone come modelli: peccatori come ognuno di noi, hanno cercato di rinunciare al male e si sono lasciati incontrare da Gesù, attraverso i loro desideri, le loro debolezze, le loro sofferenze e anche le loro tristezze e gioie. I santi sono i figli di Dio che hanno raggiunto la meta della salvezza e che vivono per l’eternità la condizione di beatitudine espressa nel discorso della montagna di Gesù.

Quando professiamo la nostra fede, affermiamo di credere nella Comunione dei Santi. Con questa espressione intendiamo sia la vita e la contemplazione eterna di Dio, sia la comunione con i santi e le  cose sante. I beni terreni sono limitati e dividono gli uomini nello spazio e nel tempo; mentre i doni di Dio sono infiniti, e ad essi possono partecipare tutti. Il dono dell’Eucaristia, in particolar modo, ci permette di vivere in anticipo quella liturgia che il Signore celebra nel santuario celeste con tutti i Santi.

Chi volesse vivere questo momento di preghiera e raccoglimento sarà accolto dalle Clarisse in Valle Santa per vivere un momento di Comunione condivisa.