Storia

San Francesco a Rieti, il Santuario di Poggio Bustone

Tra le colline della Valle Santa di Rieti emerge il Santuario di Poggio Bustone. Si tratta di uno dei quattro santuari legati a Francesco d’Assisi insieme al Santuario della Foresta, al Santuario di Fonte Colombo e al Santuario di Greccio.

Andiamo a scoprire la storia del Santuario di Poggio Bustone e dell’importanza a che ha rappresentato nella vita del Santo Patrono d’Italia.

Il santuario del perdono di San Francesco d’Assisi

Il poverello d’Assisi giunse a Poggio Bustone con i suoi primi compagni nell’estate del 1208 e per la prima volta entrò in contatto con la Valle Reatina, oggi nota anche come Valle Santa. Fino a quel momento, infatti, il Santo era rimasto sempre ad Assisi.

Il gruppo guidato da Francesco aveva lasciato la città umbra attraversando la Valle spoletina per salire a Cascia e a Leonessa, giungendo infine nella Valle di Rieti. Sia durante il viaggio sia all’arrivo a Poggio Bustone, Francesco salutava tutti con il proverbiale “Buongiorno, buona gente!”. Questo saluto viene ancora oggi ricordato il 4 ottobre, per celebrare la santità di Francesco: secondo la tradizione, un banditore con tamburino entra dalla “porta del buongiorno” e percorre le strade del paese per porgere il saluto a tutti i capifamiglia del luogo.

Francesco viveva un momento travagliato e inquieto in quanto pensava alla sua vita trascorsa nel peccato. Una volta stabilitosi nel possedimento dei Benedettini di Farfa, il fraticello iniziò a vagare lungo i sentieri del monte. Così, nel cercare un luogo nascosto dove abbandonarsi alla preghiera, raggiunse una grotta. Fu proprio qui che fu visitato dal Signore che lo investì del suo amore e creò in lui un cuore puro. Nessuno sa cosa sia accaduto esattamente: si narra, però, che al poverello apparve un angelo e che, tornato dai suoi fratelli, sembrava come rinato.

Il Signore lo aveva perdonato per tutti i suoi peccati e gli aveva preannunciato il futuro luminoso del suo Ordine. Proprio da questo evento, negli anni a seguire, quel luogo ha guadagnato il nome di “santuario del perdono”.

Cosa vedere a Poggio Bustone

L’intero complesso di Poggio Bustone è sviluppato su due santuari, quello inferiore e quello superiore.

La chiesa del Santuario inferiore è dedicata a San Giacomo Maggiore. Edificata verso la fine del XIV secolo, è una costruzione semplice ma armonica. È stata però rimaneggiata diverse volte, anche a seguito di eventi naturali come il sisma del 1948. Entrando nella chiesa è possibile apprezzare diversi affreschi, tra cui la Madonna delle Grazie con il bambino e due angeli in adorazione e il Castello di Poggio Bustone su cui vegliano San Francesco e Sant’Antonio.

Uscendo dalla chiesa, sulla destra, è possibile visitare il Convento, in cui si accede attraverso il portico, com’è tipico di queste costruzioni. Qui è possibile ammirare un affresco della Madonna con Bambino del XV sec. della scuola umbro-toscana. Se si alza lo sguardo alle lunette, poi, si ammirano gli affreschi risalenti al XVII sec. che raffigurano la vita del Santo.

Passando per il convento si arriva al Romitorio, luogo dove Francesco e i suoi fratelli erano stati alloggiati dai monaci benedettini che allora abitavano il Convento. La struttura è stata rinvenuta  e restaurata nel 1947 e si presenta povera e semplice, proprio come tutti i luoghi visitati da Francesco.

Il Santuario Superiore, conosciuto anche come Sacro Speco o Grotta delle Rivelazioni, è invece posizionato a circa 30 minuti dal piazzale principale. Per raggiungerlo occorre seguire un sentiero ripido di circa 400 metri. Lungo il percorso ci sono sei cappellette costruite nel XVII secolo a ricordo di episodi legati al Santo e che si sono verificati proprio mentre si recava verso la Grotta e poi trasmessi dalla tradizione popolare. La Grotta è rinchiusa in una costruzione di due epoche diverse: la parte posteriore risale infatti ai primi anni del XV secolo, mentre quella anteriore è del 1634.

Le Clarisse in Valle Santa sono liete di accogliere i fedeli che vogliano visitare i territori della Valle Santa Reatina per rievocare i momenti più significativi della vita di San Francesco.

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